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AU HASARD BALTHAZAR
AU HASARD BALTHAZAR
V.O. SOTTOTITOL
SOGNInPELLICOLA

90 min

Genere: Dramma

Lingua: O.V. SOTTOTITOLATO

Regia: Robert Bresson

Con: Anne Wiazemsky, Walter Green, François Lafarge, Jean Claude Guilbert, Philippe Asselin, Pierre Klossowski, Nathalie Joyaut, M...

L'asinello Balthazar viene affidato alle cure di Marie fino a quando, una volta cresciuto, non viene ceduto dal padre di lei. Inizierà per lui una vita fatta di fatiche e di continui soprusi nei suoi confronti. Questo film capolavoro di Bresson ebbe una gestazione di dieci anni e una fonte di ispirazione letteraria più che illustre. Il regista infatti affermava di essere stato colpito da questo brano dell'«Idiota» di Dostoevskij in cui a parlare è il principe Miskin: «L'ambiente straniero mi uccideva. Ricordo che mi svegliai del tutto da questa tenebra una sera a Basilea, al mio arrivo in Svizzera, e mi svegliò il ragliare di un asino sul mercato cittadino. Quell'asino mi colpì enormemente e, chi sa perché, mi piacque in modo straordinario e, nello stesso tempo, a un tratto tutto parve schiarirmisi nel cervello».

90 min

Genere: Dramma

Lingua: O.V. SOTTOTITOLATO

Regia: Robert Bresson

Con: Anne Wiazemsky, Walter Green, François Lafarge, Jean Claude Guilbert, Philipp...

L'asinello Balthazar viene affidato alle cure di Marie fino a quando, una volta cresciuto, non viene ceduto dal padre di lei. Inizierà per lui una vita fatta di fatiche e di continui soprusi nei suoi confronti. Questo film capolavoro di Bresson ebbe una gestazione di dieci anni e una fonte di ispirazione letteraria più che illustre. Il regista infatti affermava di essere stato colpito da questo brano dell'«Idiota» di Dostoevskij in cui a parlare è il principe Miskin: «L'ambiente straniero mi uccideva. Ricordo che mi svegliai del tutto da questa tenebra una sera a Basilea, al mio arrivo in Svizzera, e mi svegliò il ragliare di un asino sul mercato cittadino. Quell'asino mi colpì enormemente e, chi sa perché, mi piacque in modo straordinario e, nello stesso tempo, a un tratto tutto parve schiarirmisi nel cervello».
SOGNI IN PELLICOLA - ATTO IV
Commedia e dramma: la vita al cinema.


Quarto appuntamento della proposta di classici in pellicola, un progetto che il pubblico di Lab 80 sta molto apprezzando, con tanti giovani attratti da una tecnica di proiezione ormai assente dalle sale, ma che presenta caratteri incisivi di unicità e inimitabilità. Neri, bianchi, ombre, luci, contrasti, assonanze, densità e equilibri cromatici… tutto è diverso con la pellicola. Con la tecnologia digitale si sono raggiunti livelli di resa fotografica e sonora altissimi, sia nel cinema del presente che in quello del passato, recuperato attraverso restauri meticolosi e di grande fascino. Diventa, quindi, stimolante, mentalmente e emotivamente proficuo, confrontarsi con i due sistemi di riproduzione su grande schermo, per cogliere le differenze, percepire i diversi costituenti dell’immagine, le diverse sensazioni, suscitate dalla profondità spaziale e dall’uso delle cornici, che decidono le forme della prospettiva e le direzioni degli sguardi. Per questo quarto atto, in attesa del prossimo Bergamo Film Meeting di marzo, ormai alla 41ª edizione, la rappresentazione continua sul doppio registro di commedia e dramma; il secondo elemento abbraccia un doveroso omaggio a un’altra grande figura della storia del cinema, Robert Bresson. Il suo nome non è molto diffuso tra il pubblico, ma con una filmografia di soli 14 titoli, il regista francese ha lasciato un’impronta incancellabile ed è stato un esempio per le successive generazioni di autori. Il suo è un cinema che si potrebbe definire totale, della purezza di un diamante dal taglio perfetto, dove nulla è lasciato al caso. Ogni inquadratura, ogni gesto, ogni dettaglio, presi dal disordine e dalla crudeltà del reale, si aprono alla forza del significato, al dolore dell’esistenza, alla luce della “resurrezione”. Così, non ci si deve meravigliare se un asino interpreta magnificamente il sacrificio dell’innocenza, un prigioniero della barbarie fascista l’ostinazione mai doma ed esclusiva del sentimento della libertà, un borsaiolo la rivolta necessaria per il riconoscimento dello sguardo dell’altro. Quattro gioielli della commedia americana si alternano ai film di Bresson: due Lubitsch, un McCarey e un Cukor. Quattro sceneggiature di ferro, attori straordinari, colpi di scena, eleganza, ricatti amorosi, capovolgimenti, seduzione, malintesi, doppi sensi, schermaglie verbali. Meccanismi ben oliati, narrazioni che procedono senza intoppi, incalzanti quando la storia lo richiede, con momenti di sofisticato sarcasmo e di raffinata critica sociale. E una vena romantica che non nasconde una sottile perfidia.
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