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SCANDALO A FILADELFIA
SCANDALO A FILADELFIA
V.O. SOTTOTITOL
SOGNInPELLICOLA

112 min

Genere: Commedia, Romance

Lingua: O.V. SOTTOTITOLATO

Regia: George Cukor

Con: Cary Grant, Katharine Hepburn, James Stewart, Ruth Hussey, John Howard, Roland Young, John Halliday, Mary Nash, Virginia Weid...

Tracy, ricca e nota rampolla della Philadelphia bene, è rimasta in buoni rapporti con l'ex coniuge Dexter, e si accinge a celebrare un nuovo matrimonio. L'irruzione di un reporter scandalistico nella sua raffinata abitazione di famiglia le permetterà di capire cosa desidera realmente. Scintillante commedia ispirata alla pièce di Philip Barry, è un bellissimo esempio di cinema sofisticato del tempo che fu. E ben recitato: tutti gli attori sono in stato di grazia, compreso James Stewart, che per il ruolo di Mick avrebbe vinto l'Oscar come miglior attore protagonista. Cukor è in forma smagliante, e dirige con piglio sicuro questa commedia sullo smembramento socio-sentimentale dal ritmo invidiabile e dal godibilissimo intrattenimento.

112 min

Genere: Commedia, Romance

Lingua: O.V. SOTTOTITOLATO

Regia: George Cukor

Con: Cary Grant, Katharine Hepburn, James Stewart, Ruth Hussey, John Howard, Rolan...

Tracy, ricca e nota rampolla della Philadelphia bene, è rimasta in buoni rapporti con l'ex coniuge Dexter, e si accinge a celebrare un nuovo matrimonio. L'irruzione di un reporter scandalistico nella sua raffinata abitazione di famiglia le permetterà di capire cosa desidera realmente. Scintillante commedia ispirata alla pièce di Philip Barry, è un bellissimo esempio di cinema sofisticato del tempo che fu. E ben recitato: tutti gli attori sono in stato di grazia, compreso James Stewart, che per il ruolo di Mick avrebbe vinto l'Oscar come miglior attore protagonista. Cukor è in forma smagliante, e dirige con piglio sicuro questa commedia sullo smembramento socio-sentimentale dal ritmo invidiabile e dal godibilissimo intrattenimento.
SOGNI IN PELLICOLA - ATTO IV
Commedia e dramma: la vita al cinema.


Quarto appuntamento della proposta di classici in pellicola, un progetto che il pubblico di Lab 80 sta molto apprezzando, con tanti giovani attratti da una tecnica di proiezione ormai assente dalle sale, ma che presenta caratteri incisivi di unicità e inimitabilità. Neri, bianchi, ombre, luci, contrasti, assonanze, densità e equilibri cromatici… tutto è diverso con la pellicola. Con la tecnologia digitale si sono raggiunti livelli di resa fotografica e sonora altissimi, sia nel cinema del presente che in quello del passato, recuperato attraverso restauri meticolosi e di grande fascino. Diventa, quindi, stimolante, mentalmente e emotivamente proficuo, confrontarsi con i due sistemi di riproduzione su grande schermo, per cogliere le differenze, percepire i diversi costituenti dell’immagine, le diverse sensazioni, suscitate dalla profondità spaziale e dall’uso delle cornici, che decidono le forme della prospettiva e le direzioni degli sguardi. Per questo quarto atto, in attesa del prossimo Bergamo Film Meeting di marzo, ormai alla 41ª edizione, la rappresentazione continua sul doppio registro di commedia e dramma; il secondo elemento abbraccia un doveroso omaggio a un’altra grande figura della storia del cinema, Robert Bresson. Il suo nome non è molto diffuso tra il pubblico, ma con una filmografia di soli 14 titoli, il regista francese ha lasciato un’impronta incancellabile ed è stato un esempio per le successive generazioni di autori. Il suo è un cinema che si potrebbe definire totale, della purezza di un diamante dal taglio perfetto, dove nulla è lasciato al caso. Ogni inquadratura, ogni gesto, ogni dettaglio, presi dal disordine e dalla crudeltà del reale, si aprono alla forza del significato, al dolore dell’esistenza, alla luce della “resurrezione”. Così, non ci si deve meravigliare se un asino interpreta magnificamente il sacrificio dell’innocenza, un prigioniero della barbarie fascista l’ostinazione mai doma ed esclusiva del sentimento della libertà, un borsaiolo la rivolta necessaria per il riconoscimento dello sguardo dell’altro. Quattro gioielli della commedia americana si alternano ai film di Bresson: due Lubitsch, un McCarey e un Cukor. Quattro sceneggiature di ferro, attori straordinari, colpi di scena, eleganza, ricatti amorosi, capovolgimenti, seduzione, malintesi, doppi sensi, schermaglie verbali. Meccanismi ben oliati, narrazioni che procedono senza intoppi, incalzanti quando la storia lo richiede, con momenti di sofisticato sarcasmo e di raffinata critica sociale. E una vena romantica che non nasconde una sottile perfidia.
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